Dall'olimpo della fotografia al fallimento: la storia di Kodak

Ha praticamente inventato la fotografia per i non professionisti, ma non ha saputo prevedere che i futuro di questo settore era digitale, ed è stata spazzata via.

Andrea Pastore 10/05/2016 0

I meno giovani sicuramente ricorderanno gli anni in cui una volta scattata una foto bisognava aspettare lo sviuppo per sapere com'erano venute. Era l'era dei rullini fotografici, e Kodak era una delle aziende leader del settore: è stata fondata verso la fine dell'Ottocento da George Eastman , con il nome di Eastman Kodak Co. Un nome semplice , senza significato ma facile da ricordare ( come per molti marchi di simile consumo ) unito a uno slogan accattivante , “Voi premete il pulsante , noi facciamo il resto” , che ne sintetizza perfettamente tanto lo scopo quanto l’incredibile successo: diffondere e rendere accessibile la fotografia anche ai non professionisti.
Un concetto apparentemente semplice , ma fondamentale alla nostra moderna concezione del mondo multimediale e sociale , in larga parte composto da materiale amatoriale.
La Kodak crebbe rapidamente, ritagliandosi un posto fra i colossi del settore ( coi quali entra in aperta competizione) e diventando famosa soprattutto per i suoi rullini , più piccoli e pratici da inserire rispetto a quelli tradizionali.

Ma i tempi cambiano : lo spettro del digitale si fa avanti con insistenza , aprendo le porte a un universo con regole completamente differenti , una nuova rivoluzione tecnologica e sociale.
La Kodak tenta di stare al passo ma risulta troppo chiusa , ancorata ai vecchi modelli e incapace di visualizzare un futuro diverso da quello analogico: nonostante sia la prima a ideare un prototipo di macchina fotografica digitale , decide di abbandonare il progetto , spaventata dal rischio di far concorrenza ai suoi stessi prodotti. Questa paura però le è stata fatale: la tecnologia digitale è stata ovviamente sviluppata da altre aziende e guadagnava sempre più fette di mercato. Inutile ( e tardivo ) l’impegno nell’innovazione e negli studi di mercato : la Kodak non riescì a competere con la convenienza e in breve tempo con la qualità delle fotocamere straniere , soprattutto quelle asiatiche. In una situazione ormai compromessa finanziariamente, Kodak abbandonò il mercato della fotografia per lanciarsi in un nuovo (per lei) settore: quello delle stampanti multifunzione. Ma anche questo non era un settore facile, con tanti protagonisti con anni di esperienza del calibro di hp, xerox e tanti altri. L'esito è facile da immaginare: nel 2012 l’azienda richiede la bancarotta assistita , ultimo e non inatteso step di una lunga discesa , con disastrosi effetti sull’economia generale della zona e licenziamenti a catena.

Oggi la Kodak è ancora presente sul mercato, ma opera in settori diversi. La città di Rochester , che nei primi anni aveva assistito a uno straordinario boom demografico , ha visto calare la popolazione e aumentare la disoccupazione , riducendosi alla stregua di una città fantasma. Il mito della Kodak , la Kodak dei celebri rullini , è definitivamente tramontato , segno inequivocabile della fine dell’era analogica : sorta a cavallo fra due rivoluzioni , nata con la prima e caduta con la successiva.
Quale sia ora il suo futuro ( se svanirà come i suoi storici edifici , abbattuti uno ad uno , o riuscirà a risollevarsi e tornare alla gloria di un tempo ) è difficile immaginare che sia da leader della fotografia.

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Da un chiosco di hot dog ad una delle mutinazionali più popolari: la storia di Mc Donald's

Due archi che si incontrano e un nome che ha il sapore dell'America: il Mc Donald's, la multinazionale che ha cambiato le abitudini alimentari di mezzo mondo, come tutti i grandi marchi ha una storia di intuizioni ed opportunità colte da raccontare. Nonostante gli anni e i decenni, il brand americano è cambiato con i tempi e non perde il suo appeal, tanto da rinnovarsi nel look, nel target e nei valori che manda avanti. Da quando il nome Mc Donald's è entrato per vari motivi nella storia, nell'economia e negli studi di marketing, è diventato suo malgrado simbolo della globalizzazione ed è stato il primo "fast food", aprendo la strada ai suoi diretti concorrenti e alle piccole realtà.

Gli inizi: l'intuizione dei fratelli Mc Donald

Siamo nel 1937 in California, precisamente ad Arcadia: due fratelli, Dick e Mac Mc Donald con un chiosco di hot dog veramente innovativo organizzano il loro lavoro imitando la catena di montaggio delle fabbriche. A partire dalle materie prime, in pochi minuti gli addetti alla cucina riescono a farcire un panino e ad unire al menù le famose patatine a stick. Un format che ha rivoluzionato il settore della ristorazione, offrendo cibo gustoso e a basso prezzo.

L'arrivo di Ray Kroc

Nei primi anni Mc Donald ha solo un unico punto vendita molto efficiente che, secondo la volontà dei due fratelli che non hanno intezione di ingrandirsi, probabilmente sarebbe rimasto unico. Ma un giorno la strada dei due fratelli Mc Donald si incrocia con Ray Kroc, rappresentante di frullatori che, per un caso fortuito, riesce a conoscerli e a carpire il loro modo di lavorare. Da quel momento Kroc decide di rilevare l'attività e fa di tutto per ottenere nome, format ed estromettere completamente i fratelli di Manchester dal business. Mette così in atto il suo piano per accaparrarsi l'azienda che si rivela efficace. Attirato dal successo del ristorante dei fratelli, inizialmente chiede loro di fare un franchising, ma, dopo qualche tempo i grandi piani di Kroc subiscono una battuta d'arresto inaspettata. I successi in termini d incassi vanno bene, ma i guadagni per Kroc scarseggiano.

La ricerca del massimo profitto e la rottura con i fratelli Mc Donald

Nonostante il gran numero di clienti, i primi affiliati lamentano spese molto elevate di gestione; lo stesso locale di Kroc presenta il medesimo problema e, a fronte del grande lavoro necessario a portare avanti l'idea, i guadagni non decollano. Mentre pensa a come risolvere questo problema, Kroc ha l'idea che rende Md Donald la realtà che conosciamo oggi: cominciia ad acquistare i terreni dove sarebbero nati i futuri Mc Donald's e li fitta per ricavarne una rendita milionaria. Oltre a questo aspetto, ci sono però da soddisfare le richieste dei primi affiliati, che chiedono maggiori guadagni e cosi inizia una vera e propria corsa a profitti più remunerativi, intervenendo sulle materie prime. Questa cosa fa infuriare i due fratelli Mc Donald, che invece puntano tutto sulla qualità e intendono continuare a portare avanti la loro idea. Per questo motivo, i contatti tra Kroc e i Mc Donald presto si incrinano fino al punto in cui sono poi costretti nel 1955 a vendere il marchio al loro avversario per 2 milioni e 700 mila dollari. Ray Kroc fonda la "McDonald's Systems, Inc." (che sarà poi ribattezzata "McDonald's Corporation"). Da quel momento comincia la veloce ascesa dell’azienda, “invadendo” prima gli Stati Uniti, poi l’Europa e poi il mondo. Infine, l'imprenditore dell'Illinois acquista anche il terreno dove si trova il locale dei fratelli, portando a compimento il suo piano e creando la sua realtà imprenditoriale.

Mc Donald's oggi e l'attenzione alle mode sulla salute

Mc Donald’s è la multinazionale che ha investito milioni di dollari in un marketing improntato sul concetto di famiglia, puntando specialmente sui giovanissimi. Grazie ad una storica collaborazione con Disney e Pixar, (un rapporto che dura ormai dai primi anni '90 nonostante alti e bassi), è possibile ricevere in regalo il personaggio dell’ultimo film di animazione nel popolare "Happy Meal". L’azienda deve il suo successo anche alla scelta di punti vendita spaziosi e colorati, comodi da raggiungere e garanzia di un servizio veloce e che dia la sensazione di trovarsi a casa.

Nonostante la qualità dei prodotti specificatamente di provenienza nazionale, i costi rimangono bassi grazie al sistema in franchising che aiuta la redditività aziendale. Oggi il “cibo spazzatura” è diventato anti-sociale, per cui anche il pioniere del cibo veloce si è dovuto adattare alle nuove richieste del mercato e ai nuovi stili di vita.
Mc Donald’s prima puntava su un target prettamente indifferenziato, oggi il target si amplia anche ai vegetariani, ai vegani e agli intolleranti al glutine, nonché presenta un’offerta ampia di colazioni e di insalate per chi non ha tempo e deve correre in ufficio.

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