Addio IRAP, in Campania parte la defiscalizzazione per oltre 2, 5 milioni di euro

Stop alla pressione fiscale su startup innovative, Campania al 6° posto in Italia

Andrea Pastore 18/04/2016 0

L’IRAP, ovvero la famigerata Imposta Regionale sulle Attività Produttive, non è più un problema per le startup campane. Il Consiglio regionale della Campania, infatti, ha deciso favorire lo sviluppo dell’innovazione sul territorio approvando, lo scorso 17 marzo 2016, la riduzione della pressione fiscale a carico delle imprese innovative, rendendo attiva una defiscalizzazione per oltre 2,5 milioni di euro nel corso del prossimo triennio. Obiettivo è incoraggiare la crescita delle startup innovative in Campania, rendendo la regione un attrattore di eccellenze e creatività provenienti dalle realtà più avanzate.

RIFERIMENTI NORMATIVI - È quanto previsto dall’articolo 2 del disegno di legge “Prime misure per la razionalizzazione della spesa e il rilancio dell’economia campana”, collegato alla Legge regionale di Stabilità il cui titolo 1 (misura 2.1.) dedicato alla Programmazione per lo sviluppo delle attività produttive, il quale stabilisce che, al fine di promuovere la creatività d’impresa, alle startup innovative iscritte nel registro delle imprese, con sede legale o almeno una sede operativa in Campania, è concesso un contributo per lo sviluppo dei processi innovativi fino al massimo del 100% dell’Irap.

CURIOSITÀ - A tal proposito, forse non tutti sanno che la Regione Campania è al sesto posto in Italia per la presenza di startup innovative: attualmente ospita ben 323 realtà campane, che rappresentano il 6% sul totale italiano, mentre Napoli è la 4° provincia d’Italia.

Nel comunicato stampa della Regione, inoltre, si legge che: “tra i soggetti che potranno godere di questi benefici, le aziende campane iscritte al registro speciale delle imprese della Camera di Commercio, che rispondono ai requisiti di innovatività, introdotti per la prima volta nel nostro ordinamento dagli artt. dal 25 al 31 del D.L. 18 ottobre 2012, n. 179. Ovvero attività non esercitata da più di 48 mesi, sede in Italia, valore della produzione non superiore ai 5 milioni a partire dal secondo anno, infine l’oggetto sociale deve prevedere un’attività di produzione o servizi innovativi ad alto contenuto tecnologico”.

Una marcia in più, dunque, per i potenziali imprenditori, e un’ottima notizia per coloro che desiderano fare impresa anche al Sud.

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